LAGO D'AVERNO
Lago d’Averno – Pozzuoli
Il lago d’Averno è famoso, sin dall’antichità, per le leggende che ritenevano esso fosse l’ingresso al regno degli Inferi, per le sue esalazioni e i fitti boschi posti sulle sponde del lago, che concorrevano a rendere il paesaggio ancora più cupo. Essendosi formato all’interno di un cratere vulcanico, il lago emanava, infatti, esalazioni di acido solfidrico e carbonico che impedivano agli uccelli di volare su di esso. Da qui il nome Averno, dal greco Aornon: privo di uccelli. Tale leggenda si rifà al VI libro dell’Eneide nel quale Virgilio scrive della discesa di Enea nell’Ade, su suggerimento della Sibilla Cumana, accompagnato dalla stessa sacerdotessa attraverso una grotta posta proprio nei pressi del lago.
Le tetre leggende non impedirono ad Agrippa, militare e politico di Ottaviano, di apportare considerevoli trasformazioni all’intero complesso lacustre per la guerra contro Sesto Pompeo: nel 37 a.C. progettò la costruzione di un ampio porto militare, il Portus Julius, realizzando un canale navigabile che, attraverso il vicino lago Lucrino, collegasse l’Averno al mare. Il lago fu dunque adibito a cantiere di costruzione e riparazione delle navi, mentre il Lucrino fu usato come vero e proprio bacino portuale. Il porto non ebbe lunga durata: la realizzazione, qualche anno dopo, del nuovo porto militare di Miseno, e il lento abbassamento della costa dovuto al fenomeno del bradisismo (dal greco bradýs – lento e seismós – scossa) ne determinarono infatti la decadenza.